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GIVE PEACE A CHANCE!

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Dopo lo sgomento, l'incapacità di mettere insieme i pensieri. Attonita, guardo i filmati alla televisione, ascolto commenti: il solito blaterare, la solita fandonia del mondo civile unito contro la barbarie. Tutti esperti di questioni di politica estera, tutti mediorentalisti dell'ultima ora!

Ma come ci siamo ficcati in questo inferno? Come abbiamo potuto generare nella nostra Europa un simile cancro mortifero?

Io credo che l'Indegnità dei nostri rappresentanti, titolari della scelta politica, sia l'aspetto più grave in questo momento in cui occorrono politici lungimiranti, mossi da sincero anelito di rinnovamento dell'ordine mondiale, liberi dal cappio di insensati nazionalismi. L'assenza di una strategia comune, contro le nefandezze commesse in nome di un dio atroce, la legittimazione di autocrazie, conniventi con i boia sanguinari, il proficuo mercato delle armi, hanno annullato d'un colpo il tentativo, sempre contrastato, di una pacifica convivenza tra i popoli.

L'ONU, che è l'organismo deputato ad intervenire nelle ipotesi di conflitto e di gross violations dei diritti umani è ostacolato, anzi vilipeso, messo in sacco, in nome di una real politik capace di generare guerre da altre guerre, in una spirale che pare non aver fine. È la "vietnamizzazione"del mondo intero, tutti, nessuno escluso, dentro una guerra che si alimenta per se stessa, dove al macabro rituale del martire che sgozza giovani inermi, corrispondono i nostri bombardamenti sui civili inermi, definiti "danni collaterali".

Non temo critiche nell'affermare che la guerra santa trova nella guerra preventiva il suo omologo, la stessa carneficina. Tutto si svolge al di fuori delle norme e del diritto internazionale, impedendo che all'ONU venga attribuito quel ruolo di "governance globale" che oggi appare indefettibile, al fine di garantire alla società civile una reale partecipazione a decisioni che riguardano l'intera umanità, e dalle quali, ad oggi, é deliberatamente esclusa; tutto si svolge nel deserto della ragione, che vuole la legge della comunità internazionale, degli uomini e delle donne liberi, come unico vessillo contro l'ignoranza fratricida del fondamentalismo.  

Per questo chiedo una sola cosa ai capi di governo, costretti nel lutto di facciata, dimentichi delle stragi perpetrate in ogni dove: di analizzare con intelligenza, motivata da alti valori, essendo in gioco la sopravvivenza stessa della nostra civiltà, le ragioni che hanno prodotto il fallimento della nostra politica estera. Forse sacrificando interessi economici, riunendo tutti i Paesi firmatari nel quadro di norme e imperativi internazionali, riusciremo ad uscire passo passo dall'inferno, per ritrovare il senso profondo di quelle parole, che oggi appaiono vuote per tanti, troppi esclusi: Libertè, Egalité, Fraternité!

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