’NTA STA VARCA, CI SIAMO ANCHE NOI
Write a commentSono giorni di dolore, per chi guarda la realtà senza filtri. Ti domandi che fine stia facendo il mondo libero in cui eri cresciuto, i valori che ti hanno trasmesso.
L'umanità, che davi per scontata intorno a te, lascia il posto alla diffidenza e al pregiudizio. Le strade vengono barricate, il cuore serrato e gli occhi si chiudono su dolori ed esistenze che crediamo troppo distanti dalle nostre. L'empatia viene messa da parte, forse per paura di non poter più far finta di nulla, forse perché l'accoglienza implica l'accettazione di condizioni che mettono in crisi le nostre vite da pubblicità delle merendine.
Impossibile non pensare agli Shakalab, e al loro brano "'Nta sta varca". La cronaca cruda del viaggio di un migrante, dal mare alla terra ferma, attraverso tutti i rischi che corre e i pregiudizi con cui si scontra. Il video - illustrato dallo street artist URKA - è ambientato sopra a uno dei tanti barconi che solcano i mari del Mediterraneo traghettando uomini, donne e bambini in cerca di un futuro migliore. Un racconto in soggettiva che diventa denuncia, dialoghi tra personaggi diversi che vivono la stessa tragedia, sulla stessa barca, tra perbenisti e speculatori che dal dolore altrui traggono profitto.
"E niatri semu ccà, 'Nta sta Varca dispersa, abbannunati nu mari in tempesta, semu ammassati, li peri cu a testa e s'anniamu a nuddu c'interessa". Un video che ti invitiamo a guardare, un brano che è bene ascoltare con attenzione. Perché chi alza i muri forse non sa che, su quella barca, ci siamo anche noi.
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