"IO CREO STELLE CADENTI E FUOCHI D’ARTIFICIO, FIACCOLE VOLANTI E TRAMONTI D’ATMOSFERA"... ! LA VERA STORIA DEL DUM DUM - PRIMA PARTE- DI ELISA DI FOGGIA
Write a commentViveva un tempo, si racconta che fosse il 20° secolo, una strega devota alla luna, dea degli umori e delle maree;la strega aveva capelli così chiari da sembrare bianchi, occhi celesti e mani preziose.
Nel calderone impolverato creava pozioni d’amore;le riuscivano però solo quelle,neppure per caso le veniva un filtro della fortuna o quello dell’eterna giovinezza (che pure cercava con ardore) : solo ottimi filtri d’amore,che però non poteva sfruttare (ah,le dure regole di madre Luna). Si ritrovava così a vendere,porta a porta e sulla tv via cavo,le proprie creazioni: le dava però dei seri problemi un piccolo difetto di pronuncia, un’erre moscia insomma,che rendeva “un filtro d’amore che brucerà il cuore del vostro bramato!” in un tiepido slogan senza successo.
Decise allora la donna di smetterla con le vendite e concedere l’amore come meglio credeva: riusciva già ad immaginarsi,fautrice del grande amore tra il principe e la ranocchia, il macellaio e la vegana, il nano e la ballerina.
Sorgeva allora un’insidiosa questione: come convincere ignari passanti a trangugiare una sostanza sospetta, verdastra e un po’ acre?
Si ricordò allora di un vecchio amico, un satiro saggio, mago delle misture di frutta e vino, inventore del rosso con le pesche, che cercava nuove combinazioni per nuovi introiti. Lo contattò presto e questi,entusiasta,si lasciò coinvolgere,aveva infatti abbandonato da tempo la storia delle ninfe e si dedicava solo a commedie romantiche e tralci di vite; la mise dunque a parte di un suo progetto che prevedeva liquore e foglie di menta: la società era fatta, bisognava trovare il modo di diffondere l’amore.
“come fare?” “bisognerà ingannarli!” “ingannarli?” “certo!” “e perché mai?” “ perché quando saranno allegri e confusi,sarà più facile colpirli al cuore!” “allora ci serve una fata turchina!”
Per il lettore che non lo sapesse,le fate turchine creano immagini di felicità, che scompaiono con l’alba (hanno dovuto adeguarsi ai tempi, qualche anno fa il limite dell’incantesimo era mezzanotte). Queste non sono dotate di calderone,bensì di bacchetta e molta pazienza,perché la felicità,anche illusoria, è una magia portentosa e incredibilmente difficile da creare.
“non conosco alcuna fata turchina” asserì la strega, il satiro mancava dal giro da un bel pezzo e dopo un po’ di discussioni vane, si decise di mettere un annuncio “fata turchina cercasi,lavoro onesto con orari flessibili, richiesto curriculum vitae”. In tante risposero all’annuncio e i due videro cose strabilianti: carrozze, lacchè, lunghi abiti riccamente decorati, scarpette di cristallo,fontane zampillanti,uccellini canterini, alberi d’oro,ma era tutto già visto,già usato,già raccontato. Giunse però,come in ogni favola, la fata giusta: “ io creo stelle cadenti e fuochi d’artificio, fiaccole volanti e tramonti d’atmosfera, tende vivibili con bagni puliti, gatte da pelare, caramelle alla fragola, stelle filanti e parei hawaiani” . la prova che convinse i due esaminatori fu la fontana di palloncini e marshmallows. “è lei!” esclamarono all’unisono e la assunsero con contratto a tempo indeterminato.
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