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UNA STORIA D'AMORE, IN RIVA AL MARE

  • Giovanna Landi
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Quella che ho ascoltato in riva al mare, mentre il sole scendeva lento all’orizzonte e il cielo cambiava colore, è una storia d’amore.

Una ventata d'aria fresca, in un momento storico cruciale in cui “non riesco a respirare” è diventato il grido unanime di tutti noi che invochiamo il cambiamento, ci schieriamo contro la discriminazione,in ogni sua forma, e crediamo fermamente nella fratellanza di tutti gli uomini, al di là di etnie, culture, lingue e religioni. A raccontare la sua storia è Mariacarla, una ragazza solare e affabile, che sorride mentre tiene in braccio Aisha,la sua meravigliosa bimba di otto mesi, con gli occhietti vispi e i riccioletti indomiti che le spuntano sulla testa. Mi dice che Cheick, il suo compagno, proviene dal Mali e subito riaffiora alla mia memoria il ricordo del bambino maliano morto in mare, con la pagella piegata e cucita con cura dentro la tasca della giacca. La sua storia, raccontata in Naufraghi senza volto, arrivò al grande pubblico grazie ad una vignetta di Makkox e divenne il simbolo dei viaggi della speranza.

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Il Mali è uno Stato dell'Africa occidentale senza sbocchi sul mare, che confina a nord con l'Algeria, ad est con il Niger, a sud con il Burkina Faso e la Costa d'Avorio, a sud-ovest con la Guinea e ad ovest con il Senegal e la Mauritania. È il nono paese di provenienza dei migranti che arrivano in Italia (Viminale, dati immigrazione 8 giugno 2020), uno dei più poveri al mondo dove da anni perdura la guerra. Per chi vive in paesi lacerati da conflitti e povertà, emigrare significa sperare in un futuro migliore. È una scelta difficile quella di lasciare la propria casa, i propri cari, le proprie radici e di partire alla volta di un continente sconosciuto, affrontando un viaggio lungo e pericoloso attraverso il deserto e poi il mare. Ed è stato difficile anche per Cheick, a ventisei anni, decidere di lasciare il suo paese nonostante avesse avuto la fortuna di frequentare l’università. Arrivato in Italia insieme ad un amico, quattro anni fa, viene ospitato nel centro d’accoglienza, dove Mariacarla, assistente legale, lavorava come volontaria. È lì che nasce il loro amore,«una storia normale», sottolinea Mariacarla,che nulla ha a che fare con il colore della pelle e che non risente delle diversità culturali e religiose.Cheick è riuscito ad adattarsi alle nostre abitudini, pur mantenendo saldi i suoi principi e rispettando il suo credo. Non beve alcolici e non mangia carne di maiale ma apprezza la cucina italiana e veste all’europea, solo durante le feste islamiche indossa gli abiti tradizionali. Ha imparato molto bene l’italiano grazie ad un’insegnante, conosciuta nel gruppo dei volontari di Legambiente, di cui faceva parte. All’interno del centro d’accoglienza,dove è rimasto per un anno e mezzo, ha fatto da interprete francese-italiano per i ragazzi che non conoscevano la lingua, e ancora adesso presta servizio come volontario. Il suo primo lavoro è stato quello di badante, che svolgeva con tanta cura e dedizione, la stessa che mette nel suo attuale lavoro di addetto all'assistenza dei bagnanti.

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A Mariacarla brillano gli occhi quando parla di lui, lo descrive come un uomo pieno di coraggio e forza d’animo, che non si abbatte di fronte alle difficoltà e cerca sempre di migliorarsi, un papà amorevole e dolce, una persona premurosa che ha rispetto per gli altri e si fa voler bene da tutti. «Sono innamoratissima di lui, non vedrei nessun altro accanto a me», afferma. E quando insisto nel cercare un “difetto” ad un rapporto di coppia così bello, risponde «Ecco, c’è una cosa sulla quale non andiamo molto d’accordo: l’alimentazione. Stamattina a colazione io ho mangiato cheesecake, lui pecora.» Preferenze alimentari a parte, è l’amore, l’ingrediente che ha reso fecondo l’incontro tra Cheick e Mariacarla e ha permesso loro di dar vita ad una famiglia felice. Perché solo quando due persone mettono in gioco la propria umanità, riescono a guardare nella stessa direzione e a generare relazioni vere, fondate sulla comprensione dell’altro, sulla condivisione di valori universali e sul rispetto reciproco. Qui in Italia, Cheick ha messo radici, ha tanti amici e la sua nuova famiglia ma Mariacarla spera che insieme a lei e alla piccola Aisha, possa un giorno riabbracciare sua madre e i suoi cari rimasti in Mali. E anche noi ce lo auguriamo e continuiamo a immaginare un mondo nuovo, senza disuguaglianze, senza guerre né frontiere, dove tutti gli uomini possano vedere riconosciuti i propri diritti e vivere finalmente liberi e felici, a prescindere dal luogo in cui sono nati e dal colore della loro pelle. Perché è proprio vero, non c’è pace senza giustizia.

Photo Credits: © Gio Land

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