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NON C'È FUTURO SENZA MUSICA

  • Giovanna Landi
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“Senza musica la vita sarebbe un errore”, scrisse Friedrich Nietzsche.

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Sarebbe davvero inimmaginabile un mondo senza musica, tra tutte le arti, quella che più riesce a toccare le corde del cuore. Nessun’altra arte – letteratura, poesia, pittura, scultura, fotografia –  per quanto apprezzata, può esserle paragonata per la sua capacità di arrivare a tutti gli uomini, indipendentemente dalla cultura e dalle esperienze di vita individuale. La musica è un linguaggio umano universale, una forma di comunicazione che per la sua immediatezza e facilità di fruizione può rivolgersi a chiunque, in qualsiasi momento. È davvero onnipresente nelle nostre vite, accompagna la quotidianità dei nostri gesti e scandisce i momenti cruciali della nostra esistenza.

La musica è un’attività praticata da tutti i popoli della terra e fa parte del patrimonio culturale dell’umanità. Sin dalle origini dell'uomo, ha sempre svolto una funzione molto importante nella società. Già i grandi filosofi del passato come Aristotele, Pitagora e Socrate dedicavano le loro riflessioni alla musica. Ha accompagnato la storia dell'uomo nel corso dei secoli, si è adattata alle diverse situazioni storico-sociali, in certi casi addirittura accelerandone il cambiamento. Dal punto di vista storico e antropologico, si è sempre manifestata come forma di espressione culturale, strettamente connessa alle varie attività sociali (lavoro, culto, riti, danza, feste, ecc.), favorendo la connessione con il mondo e la coesione tra gli uomini.

Il filosofo della libertà Giulio Giorello, scomparso qualche giorno fa, in un’intervista realizzata a Brescia il 2 marzo 2018, si chiedeva: “Perché i filosofi sembrano essersi dimenticati della musica? Questa dimenticanza è molto grave perché la musica è un modo potente di esprimere sia la nostra interiorità, sia l'armonia dell'universo. E questo vale non solo per la musica classica ma anche per quella considerata leggera. Vale la pena che la filosofia ritorni ad occuparsi della musica per capirne l'importante rilevanza concettuale.”

 

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E sembra proprio che a dimenticare l’importanza della musica non sia solo la filosofia, ma anche la politica. La musica dà lavoro a decine di migliaia di persone e, in questi giorni, sono moltissimi i volti noti, da Brunori a Vasco Rossi, da Negrita a Subsonica, da Mannarino a Max Gazzè, da Roy Paci a Pelù, da Ermal Meta a Jovanotti, che hanno aderito alla campagna #SenzaMusica #IoLavoroConLaMusica. Sono scesi in campo per dare voce a tutti gli invisibili che lavorano nel mondo dello spettacolo (tecnici, imprenditori, professionisti, agenzie e promoter della musica), un settore duramente danneggiato dall’emergenza Covid-19. Essendo stati annullati o ridimensionati tutti i concerti e gli eventi in programma nei prossimi mesi, migliaia di persone sono rimaste senza lavoro. Il prossimo 21 giugno a Roma si terrà la Festa della Musica, dedicata al grande pianista e compositore Ezio Bosso, e gli organizzatori dell’evento (che quest’anno sarà virtuale) hanno invitato i più grandi cantanti italiani a prendere parte alla manifestazione registrando, ognuno a casa propria, un brano da pubblicare sui propri canali social. Molti di loro hanno deciso di boicottare l’iniziativa per mostrare solidarietà a tutti i lavoratori del settore che vivono momenti di difficoltà. L’intento è di far comprendere a chi di dovere che la musica è una cosa seria, permette a moltissime persone di poter vivere e mantenere le proprie famiglie. Lavoratori, artisti, imprenditori e professionisti della musica e dello spettacolo mobilitati in un coordinamento unico, La musica che gira, chiedono al Parlamento di prendere in esame una serie di emendamenti al Decreto Rilancio che, ad ora, trascura un settore di vitale importanza per l’economia italiana. Settore che fa parte del comparto culturale e che produce il 16% del Pil, ma che durante questa emergenza si è visto restituire indietro poco più dell’1% delle risorse stanziate. I contenuti del documento programmatico, presentato alla Camera a supporto del mercato della musica, in breve, sono: garantire a tutti l’accesso agli ammortizzatori sociali, supportare le attività imprenditoriali del settore “musica dal vivo” quali club e organizzazioni di eventi, stimolare una riforma definitiva e una ripresa con nuove logiche del consumo culturale, incentivare gli investimenti Green su innovazione e tecnologia. Insomma, la richiesta dei lavoratori dello spettacolo è che il Dl Rilancio non sia un provvedimento discriminatorio, ma una reale occasione di rinnovamento e di ripartenza per tutti.

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E noi che amiamo la musica e siamo fermamente convinti che senza musica non possa esserci futuro, un futuro degno di essere vissuto, con tutte le nostre forze ci uniamo all’appello, perché come diceva Ezio Bosso “La musica è come la vita, si può fare in un solo modo: insieme”.

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Photo Credits: © Gio Land | Pasquetta 2019

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