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#LEARNTOLOVEYOURSELF , LA SFIDA DEL DUM DUM REPUBLIC AL BODY SHAMING

  • Giovanna Landi
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«Non vorrei che un intervento sulla mia vicenda finisse per dare credibilità e serietà ad attacchi stupidi e inconsistenti che non la meritano. Invece sarei felice se fosse una scusa per discutere e far discutere su cose importanti per noi, e soprattutto per le generazioni future di donne.»

Si conclude così la nota inviata dalla giornalista Giovanna Botteri all’Unione Sindacale Giornalisti Rai, in merito al servizio di Striscia la notizia che l’ha resa vittima di body shaming, di cui si è fatto un gran parlare nei giorni scorsi. E noi accogliamo l’invito della giornalista, alla quale va tutta la nostra stima, discutendo dell’importanza che l’aspetto esteriore assume nel definire ruoli e identità del femminile.

Lo facciamo con una breve intervista ad una persona davvero speciale, affezionata ospite della nostra capanna sul mare. Lei è Benedetta De Luca, una ragazza solare e altruista, che incanta tutti con il suo sorriso. È nata con un’agenesia del sacro e ha subìto diciotto interventi, ma ha saputo fare della sua condizione un punto di forza e un esempio per gli altri. È avvocato, conduttrice, modella, portavoce del movimento Body Positive, attivista per i diritti dei disabili, nonché, la nostra influencer preferita.

Ecco il suo pensiero, il suo sguardo sul mondo, per gli amici e fratelli del Dum Dum Republic.

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G: Con la diffusione dei social media, l’apparenza sembra essere diventata un’ossessione per tutti e, troppo spesso, viene considerata più importante del contenuto.

Per te cos’è davvero la bellezza?

 

B: Sembra forse una frase fatta ma per me la bellezza è “imparare ad amarsi”, senza inseguire il prototipo di bellezza femminile patinato dei social o dei mass media, perché questa perfezione nella realtà non esiste. 

 

G: Nei giorni scorsi si è fatto un gran parlare del caso Giovanna Botteri-Striscia la notizia e, da settimane la giornalista viene presa di mira da leoni (e leonesse) da tastiera che si sentono in diritto di criticarne l’aspetto, a parer loro, «trasandato». Dalla vicenda è emerso quanto il fenomeno del body shaming sia ancora, drammaticamente, attuale. Una donna, a prescindere dal ruolo, che sia bella o brutta, che indossi un maglione o un vestito scollato, un pantalone o una minigonna, è soggetta a critiche e giudizi sul suo aspetto esteriore. Spesso sono le donne stesse a cadere nell’errore di definire le altre solo in base all’aspetto. Come pensi si possa condurre una battaglia culturale contro questa forma di pregiudizio?

B: In inglese si chiama body shaming ma la negatività di questa parola si capisce bene anche usando l'italiano. Derisione, fino ad arrivare a delle offese, per come si appare, per come è il nostro corpo, per come ci si veste. Questo episodio dovrebbe diventare motivo di confronto e far capire che la bellezza di una donna non si misura dal suo modo di apparire ma dal suo essere e, soprattutto, dovremmo essere meno critiche, in primis, con noi stesse e, in secondo luogo, con altre donne. Impariamo a sostenerci l’una con l’altra.

 

G: Sei la dimostrazione vivente del fatto che è possibile valorizzare la propria diversità e farne un punto di forza, ci hai insegnato che non esistono difetti ma solo caratteristiche. Cosa diresti a chiunque (disabile o non disabile, maschio o femmina, adolescente o adulto), in questo momento, si sente a disagio con il proprio corpo?

Sfatiamo un mito: Autostima e bellezza non vanno a braccetto, sono due concetti separati. L’autostima è come un muscolo, va allenata giorno per giorno. Eppure, davanti allo specchio ci guardiamo, ci scrutiamo attentamente e solitamente siamo troppo critici con noi stessi, trovando anche difetti inesistenti. Se solo riuscissimo a capire che questi non sono difetti ma caratteristiche e che sono proprio queste particolarità a renderci speciali! Questo è stato un percorso lungo per me perché, inutile nascondersi dietro ad un dito, con un limite oggettivo come quello di una disabilità si fa fatica ad accettare il proprio corpo, gambe piccole e piene di cicatrici non sono semplici da accettare, ma finalmente ho raggiunto un equilibrio, non sulle mie gambe ma almeno dentro di me. Così, giorno dopo giorno, mi sono guardata allo specchio e ho nutrito la mia anima, ho imparato a valorizzare i miei pregi ma senza odiare i miei “difetti”. Se noi, in primis, non amiamo noi stessi come possiamo pretendere che lo facciano gli altri?  E come diceva Oscar Wilde: ”Amare se stessi è l’inizio di una storia d’amore lunga tutta una vita”.

 

“Impara ad amare te stesso”, è la sfida rivolta ad ognuno di noi.

Nonostante le incertezze di una primavera difficile, cresce la voglia d’estate. Siamo tutti desiderosi di poter tornare sulla spiaggia, a goderci l'acqua cristallina e le carezze del sole. Anche in quarantena, centinaia di modelle e modelli hanno sfoggiato sui social i loro costumi, indossati su corpi omologati e perfetti. Ma – attenzione- non bisogna mai confondere l’immagine pubblicitaria con la realtà. Tutti, al di fuori del set, hanno i loro “difetti”, le loro peculiarità. E proprio a quelle peculiarità, noi vogliamo dare spazio!  

L’estate arriverà e noi vi chiediamo di viverla, insieme a noi, amando il vostro corpo ed esprimendo in modo libero e autentico la vostra personalità.

Basta con le nevrosi e le ansie da prova costume, al Dum Dum Republic, va di moda la prova autostima! Aiutateci a promuovere la diversità e a diffondere la bellezza vera, pubblicate le vostre foto con gli hashtag #LearnToLoveYourself #DumDumRepublic.

 

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Ph Credits: Emanuele Giacomini

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